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Lombardia, il Consiglio regionale stoppa la caccia su 23 valichi montani

Approvata il 24 settembre 2025 la proposta della Giunta regionale con voto segreto.

Dopo lo stop del TAR su 475 valichi, la Lombardia vara nuove norme per bilanciare tutela e tradizione venatoria.

Lorenzo Colombo – 25 Settembre 2025 09:24

Altri comuni, Alta Valtellina, Bassa Valtellina, Centro Valtellina, Valchiavenna, Attualità

caccia cacciatore
(Foto di jacqueline macou da Pixabay)

MILANO – Con voto a scrutinio segreto il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza la proposta di atto amministrativo (PDA) della Giunta che introduce divieti e limitazioni all’attività venatoria su 23 valichi montani. Il provvedimento – già licenziato dalla Commissione Agricoltura – interessa le province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia e Sondrio.

“Con questo atto – ha dichiarato il relatore Carlo Bravo (Fratelli d’Italia) – restituiamo ai cacciatori regole certe e coerenti con la legge nazionale, eliminando ogni dubbio interpretativo e garantendo continuità alla tradizione venatoria nelle nostre montagne. Chi opera nel settore e rischiava di veder paralizzata la propria attività chiedeva alla politica un quadro normativo privo di incertezze. Questo è quello che abbiamo fatto approvando la proposta di atto amministrativo della Giunta regionale”.

Le aree interessate

I valichi individuati sono: Bocchetta di Chiaro (Como/Sondrio); Passo del Giovo, Passo della Manina, Passo Portula, Passo Val Sanguigno, Passo Cà San Marco, Giogo della Presolana, Passo del Vivione, Passo delle Portole, Passo della Berga, Passo della Spina, Monte Crestoso, Monte Frà, Passo della Puria, Passo Scarpapè, Passo del Tonale, Passo di Crocedomini, Monte della Piana, Malga Mola, Valico di Capovalle, Passada, Passo della Crocetta e Passo del Giovà.

In un raggio di mille metri dal centro di ciascun valico – corridoi attraversati da milioni di uccelli migratori – scatteranno divieti o limitazioni differenziate a seconda del contesto ambientale. Dove sono presenti oasi di protezione, Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC), aree naturali protette o Zone di Protezione Speciale (ZPS) rimarranno in vigore le norme attuali; altrove varranno le disposizioni della normativa regionale e nazionale e del calendario venatorio.

Il provvedimento arriva dopo la sentenza del TAR dello scorso maggio che aveva vietato la caccia su 475 valichi montani lombardi, per oltre 90.000 ettari di territorio.

Il dibattito in Aula

La maggioranza ha respinto la pregiudiziale presentata da Massimo Vizzardi (Gruppo Misto), che chiedeva la “non trattazione” della PDA ai sensi dell’articolo 73 del Regolamento del Consiglio regionale, sostenendo presunte violazioni procedurali nell’iter.

Al momento del voto i gruppi consiliari di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Patto Civico e Gruppo Misto hanno abbandonato l’Aula; il gruppo Lombardia Migliore è rimasto ma non ha partecipato alla votazione.

Una decisione che segna un passaggio

L’approvazione segna un nuovo capitolo nella gestione della caccia in montagna: l’obiettivo dichiarato è bilanciare la tutela della fauna migratoria con la tradizione venatoria lombarda.