BUGLIO IN MONTE – È stata inaugurata la nuova strada di collegamento tra Buglio in Monte e Ardenno, un’opera attesa e fortemente voluta dalle comunità locali. Un’infrastruttura strategica non solo per la viabilità, ma anche per rafforzare i legami tra i due comuni e garantire un collegamento più sicuro, efficiente e moderno. L’evento ha registrato una grande partecipazione, trasformandosi in una vera festa comunitaria, segno dell’importanza simbolica e pratica di questo nuovo tratto viario.
Alla cerimonia hanno preso parte figure istituzionali di primo piano, che hanno sottolineato il valore dell’investimento e la collaborazione tra enti: Davide Menegola, presidente della Provincia di Sondrio; Maurizio Papini, presidente della Comunità Montana Valtellina di Morbegno; Massimo Sertori, assessore di Regione Lombardia e Laura Bonat, sindaco di Ardenno.

Un parterre che testimonia l’impegno congiunto di territorio, istituzioni e Regione nel dare risposta alle esigenze delle comunità di fondovalle e mezza montagna.
La riuscita dell’evento deve molto alla rete di volontari che ha lavorato nei giorni scorsi e durante tutta la mattina dell’inaugurazione.
Un grazie speciale è stato rivolto alla Protezione Civile, che ha gestito con efficienza il servizio navetta, e ai pensionati volontari, che hanno svolto un fondamentale lavoro di pulizia e sistemazione della strada prima del taglio del nastro. A rendere ancora più viva e festosa l’atmosfera sono state le associazioni locali, i gruppi in costume tipico, gli Alpini e le bande musicali di Buglio–Berbenno e Ardenno, che con la loro presenza hanno sottolineato il valore identitario dell’iniziativa.

La nuova strada rappresenta un passo avanti per la mobilità locale, ma anche un simbolo di collaborazione tra istituzioni e cittadini. Una infrastruttura che guarda al futuro senza dimenticare la storia e la cultura del territorio, celebrata oggi in un clima di orgoglio e condivisione. Una giornata che resterà nella memoria delle due comunità, unite da una strada nuova, ma soprattutto da una visione comune di sviluppo e appartenenza.