DELEBIO – E’ ricorso ieri, domenica, l’anniversario della tragica scomparsa di Luigi Mambretti, giovane ufficiale delebiese, figura che unisce la memoria della Prima Guerra Mondiale con quella delle montagne di casa.
Tenente del Quinto Reggimento Alpini, Mambretti prese parte alle dure battaglie sul fronte veneto durante la Grande Guerra. Il suo nome resta legato in particolare agli scontri di Castelgomberto del 1917, dove si distinse per coraggio e capacità militare. Reduce dal conflitto, tornò in Valtellina con la stessa passione che lo aveva sempre guidato: l’amore per l’alpinismo.
Il 1923 segnò però la fine prematura della sua vita. Durante un’ascensione al Pizzo Scais, la maestosa cima che sovrasta Piateda, trovò la morte in circostanze tragiche. Aveva solo poco più di trent’anni.
Due anni dopo, nel 1925, in suo onore fu fondata la Capanna Mambretti, il primo rifugio delle Alpi Orobie, che da allora porta avanti il suo ricordo, diventando punto di riferimento per generazioni di escursionisti e alpinisti.
Nel centenario della sua scomparsa, Delebio e l’intera comunità orobica celebrano la sua memoria con due appuntamenti: mercoledì 24 settembre il Circolo Culturale ospiterà una serata curata da Sandro Dell’Oca e Marino Amonini, con racconti, documenti e testimonianze dedicati alla figura di Mambretti, domenica 28 settembre la commemorazione si sposterà alla Capanna Mambretti, per una giornata di festa tra storia, natura e comunità.
Un secolo dopo, il nome di Luigi Mambretti resta vivo non solo come simbolo del sacrificio e del valore alpino, ma anche come legame profondo tra la memoria storica e le montagne che amava.