Sondrio

RSA, chiusi 85 posti letto in provincia. Sindacati in coro: “Servono soluzioni urgenti”

Cresce l'emergenza nei servizi sanitari e assistenziali, manca il personale.

"Meno posti letto significa tempi di attesa prolungati. Da migliorare anche le condizioni dei lavoratori".

Redazione VN – 31 Gennaio 2024

Sondrio, Centro Valtellina, Economia

Casa di riposo anziani

SONDRIO – “La denuncia giunto dall’associazione Uneba, che rappresenta una fetta consistente delle ventuno Residenze Sanitarie per Anziani presenti in provincia, sulla forzata chiusura di 85 posti letto è un ulteriore segnale, se ancora ce ne fosse bisogno, dell’emergenza nella quale si trovano ad operare i servizi sanitari e assistenziali sul nostro territorio per la mancanza di personale, in particolare infermieri e Operatori Socio Sanitari”.

Si sono espresse congiuntamente sulla situazione delle RSA in provincia di Sondrio CGIL, CISL e UIL di Sondrio, unitamente alle categorie dei pensionati, che si fa sempre più emergenziale dopo la notizia dei quasi cento posti letto eliminati in quelle che sono strutture essenziali per il territorio.

“Le Residenze Sanitarie per Anziani (RSA) costituiscono anche nella nostra provincia un tassello fondamentale per l’assistenza degli anziani non autosufficienti, e sono ben 1462 quelli in lista per potervi accedere – spiegano i sindacati -. La chiusura di posti letto ha come prima conseguenza il prolungamento dei tempi di attesa oltre a un abbassamento della qualità dei servizi, un dato che in questa situazione non potrà che peggiorare perché, come viene affermato dogli stessi rappresentanti delle RSA, non si intravedono possibili soluzioni. A questo si aggiunge il mancato riconoscimento da parte della Regione del contributo adeguato per coprire i costi sanitari, che dovrebbe essere a suo carico”.

“Il dato più grave – continuano – è che tutto ciò accade nell’indifferenza sostanziale della politica e delle istituzioni locali. Ciò non è più accettabile, così come irricevibili appaiono alcune proposte. avanzate da più parti nel corso della recente riunione a cui abbiamo partecipato con Unebo provinciale, di bloccare i concorsi pubblici per evitare un ulteriore esodo di personale dalle RSA agli Ospedali“.

Per i sindacati e le categoria dei pensionati “occorrono soluzioni realistiche e praticabili, non più rinviabili. Da anni lo segnaliamo: vanno migliorate urgentemente le condizioni di chi opera all’interno del socio-sanitario. Le retribuzioni devono essere adeguate, specie alla luce dell’enorme richiesto di personale, la formazione professionale ancora più incentivata e l’organizzazione del lavoro molto più attenta alla distribuzione dei carichi (sempre più pesanti per chi opera nelle Rsa) e rispettoso delle professionalità impiegale, per evitare che operatrici e operatori migrino verso contratti migliori (es: sanità pubblica) o altre realtà maggiormente attrattive”.

Intervenire sui contratti e creare un organismo di rappresentanza provinciale tra le soluzioni suggerite da CGIL, CISL e UIL Sondrio: “Per invertire la tendenza occorrono soluzioni davvero incisive, a partire dalla creazione di una contrattazione di secondo livello territoriale che articoli, contestualizzi e migliori quella nazionale per evitare dumping normativi ed economici tra le diverse Rsa, provando in concreto a limitare la migrazione dei dipendenti, le cui ricadute immediate ricadono inevitabilmente su qualità e continuità assistenziale offerta. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile che tutte le strutture, indipendentemente dal Ceni applicato, si riuniscano in un organismo di rappresentanza provinciale delegato e legittimato a trattare il tema della contrattazione con le scriventi Organizzazioni sindacali per il tramite, in primis, delle loro categorie di rappresentanza dei lavoratori coinvolti”.