Livigno

A Trepalle il campo da calcio più alto d’Italia: un primato tra sport e altitudine

Nella frazione più alta d’Italia, un campo da calcio a oltre 2.000 metri sul livello del mare.

Lorenzo Colombo – 27 Maggio 2025 13:39

Livigno, Alta Valtellina, Sport

Il campo di calcio di Trepalle
Il campo di calcio di Trepalle

TREPALLE  – L’erba è sempre più verde… quando si gioca a 2.079 metri sul livello del mare. È in località Sant’Anna, cuore della frazione di Trepalle – nel Comune di Livigno – che si trova il campo da calcio più alto non solo della Lombardia, ma di tutta Italia. Qui, dove l’aria è rarefatta e i confini con il cielo sembrano accorciarsi, sorge l’impianto sportivo dell’Associazione Vallaccia Oratorio Sant’Anna, un piccolo grande presidio di sport e comunità.

Non si parla di uno stadio da Champions, né di tribune gremite: il campo è semplice, incastonato tra i monti e circondato da panorami che, da soli, valgono la partita. Ma questo rettangolo verde è diventato un simbolo per Trepalle, la frazione più alta d’Italia, nonché uno degli insediamenti permanenti più elevati d’Europa.

A rendere il primato ancora più affascinante è la natura stessa del luogo: Trepalle, infatti, non è un comune ma una frazione, e nemmeno compatta. Si tratta di un insediamento sparso, difficile da definire con un’altimetria precisa. Tuttavia, la località Sant’Anna – dove si trova il campo – è posta ufficialmente a 2.079 metri di altitudine. Nessun altro campo da calcio in Italia si arrampica tanto in alto.

Il campo è utilizzato in particolare durante la stagione estiva, quando le temperature più miti e il clima secco rendono possibile l’attività sportiva. In inverno, la neve domina la scena, trasformando tutto in un paesaggio da cartolina. Ma d’estate, qui si torna a correre, a sudare, e a fare gol in alta quota.

Il campo di Trepalle è quindi più di un semplice impianto sportivo: è un punto di riferimento per la vita sociale della frazione, un luogo di ritrovo per i giovani e un biglietto da visita per il turismo attivo. Perché qui, tra i pascoli e le vette, anche una partitella assume il sapore dell’impresa.

Un record discreto, forse poco noto, ma che racconta molto dello spirito montanaro e della tenacia delle piccole comunità alpine. E chissà che un giorno, da quel campo tra le nuvole, non esca un futuro campione. Di certo, il fiato corto lo avrà già allenato.