LIVIGNO – “Quando ero bambino non capivo perché si lasciasse una galleria a metà – racconta il sindaco di Livigno Remo Galli, ripensando a quell’opera di cemento che dal Passo del Foscagno osservava immobile il passare delle stagioni -. Ogni estate, puntualmente, pensavo: adesso finirà. E invece niente. Rimaneva lì, incompiuta, dimenticata”.
La galleria, costruita e poi abbandonata oltre cinquant’anni fa, è stata per generazioni un segno visibile dell’immobilismo burocratico. Un’opera iniziata e poi lasciata al suo destino, senza una funzione, senza un progetto, senza un futuro.
Qualche anno fa il Comune ha tentato di darle una nuova vita. “Avevo chiesto ad Anas la possibilità di acquisirla – spiega Galli – pensavo di trasformarla in un magazzino o in un garage comunale. Un utilizzo semplice, concreto. Ma le norme non lo hanno permesso”. Il destino della galleria restava così congelato. Ancora una volta.
Eppure, proprio quell’opera dimenticata è oggi, paradossalmente, la metafora più efficace delle Olimpiadi 2026. “Questa galleria non entrerà nella storia olimpica. Non è una TAC, non è la riqualificazione della casa della sanità, non è il garage che eliminerà le auto dalla piana. Eppure rappresenta tutto”, spiega il sindaco. Perché? “Perché è rimasta incompiuta per oltre cinquant’anni. E in un solo anno si è riusciti a fare ciò che non si era fatto in mezzo secolo. Ecco l’impatto positivo delle Olimpiadi“.
Galli non nasconde la soddisfazione: “Desidero ringraziare Anas per l’impegno preso. Hanno mantenuto le promesse, e non era affatto scontato”. E poi una riflessione amara ma sincera: “Mi chiedo in quale cassetto della burocrazia italiana fosse finito questo progetto. Di sicuro, senza la spinta olimpica, sarebbe rimasto lì per molti anni ancora”.
La vicenda della galleria incompiuta non è l’unica pagina che i lavori olimpici stanno riscrivendo. Sul Passo del Foscagno, infatti, l’effetto dei Giochi è evidente anche altrove: consolidamento delle gallerie esistenti, asfaltature su più tratti, nuove opere di messa in sicurezza e per il prossimo anno l’atteso allargamento del km 17, uno dei punti più critici vicino ad Arnoga
“Le Olimpiadi hanno inciso più di quanto molti immaginino – afferma Galli -. Non solo su ciò che è visibile agli occhi dei turisti, ma su ciò che serve davvero a chi vive qui tutto l’anno”.
Oggi, con il recupero della galleria, si chiude una storia lunga e scomoda. “È la fine di un abbandono, la fine di un degrado“, commenta il sindaco. Poi aggiunge una considerazione che è anche una visione politica e civica:
“Le Olimpiadi non sono soltanto una celebrazione dello sport e dei valori olimpici. Sono un’opportunità per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Io la vedo così”.
E, alla fine, torna a quella piccola opera che tanto ha significato: “Questa galleria è davvero poca cosa. Ma proprio perché è piccola, rappresenta a pieno ciò che i Giochi hanno portato: la possibilità di chiudere capitoli sospesi e di restituire dignità a un territorio”.