MORBEGNO – Un’iniziativa formativa dal titolo “XI Corso Audacia 2026 – Scuola di educazione civica in stile militare”, promossa dall’associazione “Studenti con le stellette APS” e pubblicizzata tramite una circolare ufficiale del Liceo Scientifico Nervi di Morbegno, ha scatenato un’ondata di reazioni, critiche e preoccupazioni. La proposta, rivolta agli studenti e a pagamento, è l’unica del genere in tutta la provincia di Sondrio e ha immediatamente attirato l’attenzione del mondo scolastico e delle associazioni civiche.
La circolare firmata dalla dirigente scolastica parla esplicitamente di attività affiancate da «momenti di addestramento formale e altre attività inerenti», in quanto la scuola proponente si definisce come «scuola di formazione civica in stile militare». Un’impostazione che ha sollevato più di un interrogativo rispetto alla sua coerenza con la missione educativa della scuola pubblica.
Le perplessità si concentrano innanzitutto sull’immaginario evocato dai nomi dei corsi tenuti negli anni dall’associazione: Volontà, Dovere, Onore, Fede, Tenacia, Lealtà, Audacia. Parole che, secondo i firmatari del documento di protesta, richiamano un sistema valoriale tipicamente militare, più vicino a retoriche belliche e narrative del passato che ai moderni concetti di cittadinanza attiva, inclusione e democrazia.
Ancora più problematico, sottolineano le associazioni, è il modello educativo promosso dal corso: un’impostazione che – come mostrerebbe anche un video di presentazione – valorizzerebbe obbedienza, disciplina punitiva, rigido rispetto gerarchico e omologazione.
In un contesto internazionale segnato da oltre cinquanta conflitti armati, esporre gli studenti a una cultura esplicitamente militarizzata viene ritenuto «profondamente diseducativo» e contrario alle finalità dichiarate nel PTOF dell’istituto, dove si parla di promuovere «educazione interculturale e della pace» e competenze di cittadinanza democratica.
Il Comitato promotore dell’appello – formato da ANPI Sondrio, associazioni per la pace, sindacati, movimenti civici e partiti politici – ribadisce che la scuola deve restare un presidio laico, democratico e pacifico, dove lo studente venga accompagnato a sviluppare autonomia, pensiero critico e responsabilità.
«L’educazione non può ridursi alla riverenza verso i superiori, come indicato nella circolare – si legge nel documento –. Indurre obbedienza cieca, priva di confronto e motivazioni, non può essere considerato un percorso formativo».
Molte delle attività citate come punti di forza del corso – dalla protezione civile ai corsi BLSD, dalla prevenzione antincendio alla sicurezza stradale – sono normalmente offerte gratuitamente da enti civili, senza ricorrere a setting militari e soprattutto senza imporre un costo così elevato agli studenti: oltre 500 euro per una sola settimana. Un importo che, secondo le associazioni, introduce anche un problema di discriminazione economica.
Alla luce delle criticità sollevate, i firmatari invitano la comunità scolastica a esercitare tutti gli strumenti a disposizione per contestare l’iniziativa. L’obiettivo è tutelare la funzione educativa della scuola e il rispetto dei valori costituzionali che essa è chiamata a incarnare quotidianamente.
«La scuola deve formare cittadini capaci di comprendere la complessità del mondo, non soggetti disciplinati all’obbedienza. È necessario vigilare affinché nessun percorso esterno contraddica i principi fondanti della democrazia e della nonviolenza», scrivono le organizzazioni.
L’iniziativa del Liceo Nervi apre un dibattito destinato a protrarsi nelle prossime settimane. Il confronto coinvolgerà dirigenti scolastici, famiglie, insegnanti e studenti, chiamati a valutare se una proposta “in stile militare” possa trovare spazio all’interno dell’offerta formativa di una scuola pubblica, o se rischi invece di allontanarsi dal mandato educativo delineato dalla Costituzione.
Nel frattempo, la richiesta delle associazioni è chiara: fermare un progetto che appare, per impostazione, finalità e modalità, distante dall’idea di scuola come luogo di crescita, convivenza e cultura della pace.