Novate Mezzola

Novate riscopre le sue radici: raccontate le migrazioni dei maestri muratori

Incontro nella sala consiliare con il prof. Guglielmo Scaramellini.

Un’occasione per riscoprire la storia di architetti e muratori emigrati dall’antico comune verso l’Europa orientale.

Redazione VN – 27 Ottobre 2025 10:16

Novate Mezzola, Valchiavenna, Attualità

Novate migrazioni muratori Europa

NOVATE MEZZOLA – Un tuffo nella storia, tra documenti d’archivio e memorie familiari, per ricostruire un capitolo poco conosciuto ma affascinante della Valchiavenna. È quello che si è vissuto venerdì 24 ottobre nella sala consiliare di Novate Mezzola, dove il Comune, in collaborazione con il Centro di Studi Storici Valchiavennaschi, ha ospitato il professor Guglielmo Scaramellini, protagonista di un incontro dedicato alle migrazioni dei maestri muratori e architetti novatesi tra Cinque e Seicento.

Da anni lo studioso collabora con il professor Stanislaw Klosowski di Cracovia e con Marie Butanova di Praga per approfondire le tracce lasciate da famiglie e professionisti emigrati dall’antico comune di Novate verso i centri nevralgici dell’Europa centrale. Non si trattava di emigrazioni di fortuna o di lavoratori non specializzati, ma di migrazioni di competenze, di uomini capaci che portarono oltre confine saperi, tecniche e gusto artistico, contribuendo alla crescita culturale e architettonica delle città in cui operarono.

Le ricerche illustrate dal professor Scaramellini hanno messo in luce come, già nel XVI secolo, alcune famiglie novatesi si fossero distinte per capacità tecniche e spirito imprenditoriale. Architetti, muratori e artigiani di Novate e delle sue frazioni partirono verso Cracovia e Praga, inserendosi in importanti cantieri e contribuendo alla diffusione di modelli artistici e architettonici provenienti dal Nord Italia.

Non si trattava, dunque, di un’emigrazione legata alla povertà, ma di una mobilità culturale ed economica guidata da famiglie ben strutturate, che seppero instaurare legami commerciali e professionali di rilievo in Europa orientale.

Tra i protagonisti di questa epopea figurano nomi noti della tradizione valchiavennasca, come i Vertemate, Lumaga e Losio, ma l’incontro ha permesso di portare alla luce anche nuove identità locali. È il caso delle famiglie identificate nei documenti come i “Dalla Cola”, poi divenuti “Trapolini” e, nel XVIII secolo, trasformati nel cognome oggi più noto di “Nonini”. Una genealogia che affonda le radici proprio a Novate, ma che si ritrova anche negli archivi delle cittadinanze del quartiere italiano di Praga, testimoniando un legame profondo e duraturo tra la Valchiavenna e le comunità italiane d’oltre confine.

Queste ricerche, ha evidenziato il docente, rappresentano un primo passo verso una riscoperta collettiva della storia di Novate, capace di unire documentazione, identità e memoria. Il progetto proseguirà nei prossimi mesi con il sostegno del Comune di Novate Mezzola, che ha già annunciato la volontà di favorire nuovi studi e collaborazioni con istituzioni storiche e culturali.

L’incontro con il professor Scaramellini ha evidenziato non solo la ricchezza del passato locale, ma anche l’importanza di costruire ponti tra comunità, territori e discipline. Le ricerche sulle migrazioni novatesi rappresentano infatti un’occasione di crescita culturale per tutta la Valchiavenna: un modo per scoprire come le competenze dei suoi abitanti abbiano varcato i confini alpini, contribuendo a plasmare l’identità architettonica e artistica di un’Europa in costruzione.