ROGOLO – La questione della sicurezza idrogeologica montana a Rogolo si arricchisce di un capitolo. A intervenire con una versione alternativa dei fatti è il gruppo di minoranza del Consiglio Comunale di Rogolo, che accusa l’Amministrazione comunale di aver taciuto per anni sulle reali motivazioni del blocco dei lavori di “Regimazione idraulica Oga con recapito acque nel torrente San Giorgio”.
Gli interventi sul dissesto idrogeologico, iniziati tra il 2020 e il 2021, sono stati interrotti e sostanzialmente abbandonati nel 2022. La consigliera Rusconi sottolinea che l’Amministrazione, dopo un lungo silenzio e numerose sollecitazioni rimaste inascoltate, ha riscoperto solo recentemente il “primario interesse pubblico” di riprendere con urgenza i lavori, citando il pericolo per le abitazioni del paese in caso di piogge intense (articolo qui).
“Quest’opera sarebbe rimasta nel dimenticatoio per altrettanti anni se la minoranza non l’avesse messa in discussione con forza nell’ultimo Consiglio Comunale, l’11 novembre 2025,” afferma la minoranza.
La consigliera Rusconi rivendica il ruolo dell’opposizione nel portare alla luce la vicenda, sostenendo che l’Amministrazione sarebbe stata “costretta a portare delle giustificazioni che assomigliano tanto ad una favola raccontata ai bambini per nascondere la realtà.”
La minoranza demolisce la giustificazione ufficiale, secondo cui il fermo sarebbe stato causato da un “errore procedurale nell’acquisizione delle aree necessarie” o dall’opposizione di un singolo proprietario. La documentazione in possesso del gruppo di minoranza indica una realtà ben diversa e finanziariamente più grave per il Comune.
Secondo la minoranza, i lavori erano stati finanziati dalla Regione Lombardia con 90.000 euro. Il blocco dell’intervento, per ragioni che l’Amministrazione non ha mai chiarito, ha portato il Comune a richiedere una proroga per la rendicontazione nel 2022. La richiesta è stata rifiutata poiché il termine era stato superato. Di conseguenza, il Comune è stato costretto a restituire l’intera somma alla Regione, dovendo poi rimettere gli impegni assunti in fondi comunali propri.
“Altro che ritardi dovuti a errori procedurali nell’acquisizione delle aree o all’opposizione di un proprietario,” si legge nella nota della minoranza, che invita chiunque a verificare lo stato di abbandono dell’area, dove giacciono da anni detriti, ferraglie e cumuli di terra, con la stessa zona Oga interrotta da uno scavo.
Il danno, secondo la minoranza, non si ferma alla perdita del finanziamento regionale. Si presume che tecnici e ditta abbiano già ricevuto dei pagamenti all’epoca del primo blocco. Oggi, per rilanciare il progetto, l’Amministrazione a guida Matteo Ferrè e Roberta Dugoni ha stanziato un altro incarico per l’aggiornamento del progetto a un nuovo tecnico, con una spesa aggiuntiva di 11.060,26 euro.
“A noi sembrano danni ed errori che i cittadini devono ancora una volta pagare”, dichiara la minoranza, sollevando inoltre il dubbio sulla trasparenza relativa alla periodica manutenzione della briglia già costruita e di altri interventi sulla montagna. La consigliera Rusconi e il gruppo concludono definendo l’intera gestione dell’opera come “un’altra azione non trasparente e fallimentare dell’amministrazione.”