Secondo Bordoni, il problema principale non è la mancanza di risorse, ma la mancata gestione politica delle opere destinate a migliorare la viabilità tra Milano e l’Alta Valtellina. “Siamo favorevoli alle Olimpiadi – precisa – come siamo sempre a favore di grandi eventi sul territorio, ma questi vanno gestiti con serietà. E questo, purtroppo, non è avvenuto”.
Nel mirino dell’esponente di Azione finiscono la Regione Lombardia e il Governo: “Quando l’assessore regionale Massimo Sertori e la Lega esultano, mi chiedo come si faccia a gioire sapendo che più della metà delle opere previste non verrà realizzata. La gestione politica delle infrastrutture è stata carente: Sertori, in Regione, e Salvini, al Ministero delle Infrastrutture, dovrebbero assumersi la responsabilità dei ritardi”.
Bordoni punta il dito contro alcune criticità specifiche: “Non aver realizzato opere come i Trippi e la Sassella, o aver creato confusione con i pagamenti al Mottolino, è un errore grave. Si parla di potenziare i treni, ma come si può pensare che questo non impatterà sulla viabilità della SS 38, che a Sondrio termina in un passaggio a livello?
Inoltre, come si può potenziare un servizio ferroviario che ancora oggi viaggia su binario unico e accumula ritardi quotidiani?”.
Pur dichiarandosi aperto al confronto politico, Bordoni invita le istituzioni a essere più trasparenti e pragmatiche: “Sono e sarò sempre disponibile a collaborare, ma non accetto che si esulti davanti a una gestione fallimentare. Esultare in questo contesto – conclude – è una presa in giro per il territorio e per i cittadini che aspettano da anni infrastrutture moderne e funzionali”.
A cento giorni dal via, dunque, il conto alla rovescia olimpico si accompagna a crescenti timori sulla capacità della Valtellina di farsi trovare pronta per accogliere un evento che, oltre allo sport, rappresenta una sfida di credibilità e organizzazione per l’intero territorio.