SONDRIO – Il 2025 rappresenta un traguardo significativo per il Consorzio di Tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto, che celebra i trent’anni di una realtà capace di trasformare due produzioni di nicchia in ambasciatori riconosciuti della tradizione casearia valtellinese.
Nata nel 1995, la Dop ha segnato l’inizio di un percorso strutturato di valorizzazione, tutela e promozione che, dati alla mano, ha profondamente cambiato il destino dei due formaggi. In tre decenni, infatti, la produzione è più che quadruplicata, passando dalle 58.457 forme marchiate nel 1996 alle 236.741 del 2024, confermando il crescente apprezzamento dei consumatori italiani e internazionali.
Il bilancio di questi trent’anni è stato al centro della tavola rotonda “DOP economy, fra tradizione e innovazione”, promossa a Sondrio con il contributo dell’assessore regionale a Enti locali e Montagna Massimo Sertori, che ha partecipato per sottolineare la rilevanza di un settore decisivo per l’economia e la cultura montana.
L’assessore Sertori ha ricordato il peso strategico di Bitto e Casera nel panorama agroalimentare lombardo: “Celebriamo trent’anni dalla nascita del Consorzio Valtellina Casera e Bitto, protagonisti nella scrittura dei disciplinari e nell’ottenimento della DOP. I numeri certificano che questo progetto ha saputo preservare prodotti di grande qualità nati dalla storia e dalla tradizione delle genti valtellinesi”.
Un valore che non è solo gastronomico, ma profondamente culturale: “Questi formaggi – ha proseguito Sertori – raccontano un territorio straordinario e al tempo stesso faticoso: l’alpeggio, i sacrifici, la dedizione di chi lavora ogni giorno per mantenere viva una tradizione che affonda le radici nella nostra storia”.
Oggi Bitto e Valtellina Casera sono considerati tra i prodotti più identitari della Valtellina. Il loro impatto economico è notevole: costituiscono la seconda voce dell’agroalimentare dop della provincia di Sondrio, con 15,9 milioni di euro generati e un valore al consumo di 29,3 milioni.
Una filiera robusta che coinvolge:
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133 allevamenti, 13 caseifici e 16 stagionatori per il Valtellina Casera
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50 alpeggi produttori e 10 stagionatori per il Bitto
Un sistema complesso che garantisce occupazione, presidia il territorio e rappresenta uno dei principali volani economici della valle.
Il trentennale arriva all’indomani di annate molto positive. Il Bitto 2025 coinvolge 45 alpeggi e mantiene una produzione stabile e di qualità, mentre il Valtellina Casera continua la sua crescita: dopo un 2024 da record, con +8,9% di volumi e +10,3% a valore, i primi nove mesi del 2025 registrano 174.320 forme, pari a +2,89% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La tavola rotonda ha evidenziato come la DOP economy sia diventata un elemento determinante nell’attrattività turistica della valle.
Secondo i dati dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano Jfc, nel 2024 il turismo montano ha generato 24 miliardi di euro, cifra destinata a crescere grazie alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, che porteranno un +7,5% di visitatori internazionali.
La Valtellina si posiziona stabilmente tra le mete più ambite, con Livigno e Bormio protagoniste delle gare olimpiche di sci alpino. Un’occasione straordinaria per promuovere prodotti come Bitto e Casera, sempre più legati all’immagine di un territorio che coniuga natura, cultura e sapori.
Un recente studio SWG per la Camera di Commercio di Sondrio conferma il trend:
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1 italiano su 3 ama la montagna
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il 71% apprezza le escursioni naturalistiche
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il 51% cerca esperienze enogastronomiche
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Valtellina, Livigno e Bormio sono tra le destinazioni più conosciute dai “fan della montagna”
L’enogastronomia diventa quindi un elemento decisivo di scelta turistica, e i due formaggi Dop si confermano tra i prodotti più riconosciuti e apprezzati.