Sondrio

Cos’è lo Sforzato di Valtellina e perché è un vino così speciale

La versione più intensa e meditativa del Nebbiolo alpino.

Lo Sforzato, o Sfursàt, è un rosso DOCG della Valtellina ottenuto da uve Nebbiolo fatte appassire. Conosciuto per il suo carattere robusto e armonico, è un vino da meditazione che unisce tradizione, fatica e grande eleganza..

Redazione VN – 20 Agosto 2025 12:43

Sondrio, Centro Valtellina, Attualità

Vino
(Image by StockSnap from Pixabay)

SONDRIO – Lo Sforzato di Valtellina (o Sfursàt, nel dialetto locale) è uno dei vini rossi più affascinanti e identitari della viticoltura alpina italiana, e racconta molto più di una semplice tecnica enologica: racchiude un modo di intendere la fatica, la montagna e l’arte della pazienza.

Nelle piccole porzioni di terra riportata tra le rocce della Valtellina maturano grappoli di Nebbiolo, chiamato qui Chiavennasca. È un vitigno che in questo contesto alpino trova un equilibrio raro: eleganza naturale, freschezza e fragranza che hanno reso i vini della Provincia di Sondrio un autentico ambasciatore del territorio.

Uva
(Image by beauty_of_nature from Pixabay)

Lo Sforzato di Valtellina DOCG – o Sfursàt, come lo chiamano i vignaioli locali – rappresenta l’apice di questa tradizione. È un vino di colore rosso granato scuro, dal profumo intenso e caldo, ricco di sentori speziati, con una gradazione alcolica minima di 14°. Nonostante la potenza, mantiene la tipica versatilità dei rossi valtellinesi: può accompagnare piatti di grande struttura, ma anche momenti di meditazione, servito alla temperatura ideale di 18 °C.

La base ampelografica è costituita almeno per il 90% da Nebbiolo (Chiavennasca), con la possibilità di un piccolo saldo di altri vitigni idonei della Provincia di Sondrio (massimo 10%).

La sua produzione segue un rituale che ha radici antichissime: i grappoli più sani e maturi vengono raccolti a mano e disposti su graticci nei fruttai, locali freschi e ben ventilati, dove rimangono ad appassire per circa 110 giorni. Durante questo tempo perdono fino al 35–40% del loro peso, concentrando zuccheri, polifenoli e sostanze aromatiche.

La vinificazione avviene tra gennaio e febbraio, quando le uve hanno raggiunto la giusta concentrazione. Dopo la fermentazione e un lungo affinamento, lo Sforzato viene immesso al consumo dopo 5–7 anni dalla vendemmia, segno della sua natura complessa e longeva.

Il termine “Sforzato” rimanda alla pratica di “sforzare” le uve, ovvero costringerle a una concentrazione attraverso l’appassimento. Non è solo una tecnica: è un atto di volontà, che richiede attenzione e fatica, ma che regala al vino una struttura e un carattere unici.

Valtellina
(Foto di Fatih Dağlı | pexels)

La Valtellina è da secoli terra di viticoltura eroica: i vigneti si arrampicano su terrazzamenti sostenuti da chilometri di muretti a secco, recentemente riconosciuti come patrimonio immateriale UNESCO. Questo paesaggio straordinario non è solo un colpo d’occhio: è il risultato di un lavoro tenace che ha modellato il vino stesso.

Lo Sforzato di Valtellina DOCG è tutelato dal Consorzio di Tutela Vini di Valtellina, che riunisce 52 aziende su circa 800 ettari di vigneto. È l’unico consorzio italiano a vantare due DOCG coincidenti per territorio e vitigno: Valtellina Superiore e Sforzato di Valtellina.

A sostenere la promozione del vino e della cultura locale opera anche la Strada del Vino della Valtellina, che valorizza non solo i vini, ma anche la ricca tradizione enogastronomica della valle.