Sondrio

Fauna selvatica, 2,4 milioni di indennizzi in Lombardia: Sondrio fa storia a sé

Regione Lombardia rimborsa quasi mille aziende agricole per i danni causati da cinghiali, ungulati e volatili.

In Valtellina e Valchiavenna, però, il sistema è autonomo: è la Provincia di Sondrio a gestire direttamente gli indennizzi.

Redazione VN – 2 Dicembre 2025 14:42

Sondrio, Centro Valtellina, Economia

CINGHIALI

SONDRIO – Regione Lombardia chiude il 2025 con un messaggio chiaro al mondo agricolo: i danni causati dalla fauna selvatica non possono ricadere sulle sole spalle degli agricoltori. Quasi mille domande di indennizzo presentate dalle aziende vengono infatti integralmente risarcite per un totale di 2,4 milioni di euro, come annunciato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi.

Si tratta di uno sforzo economico rilevante che interviene su un problema sempre più sentito anche nelle aree montane, dove i confini fra bosco, pascoli, coltivi e aree urbane si sono fatti più labili. E se il riparto economico riguarda direttamente le province di pianura e di media valle, per Sondrio lo scenario è diverso: qui a gestire gli indennizzi è direttamente la Provincia, in autonomia, come previsto dalla normativa.

In altre parole, mentre Regione Lombardia interviene finanziariamente sul resto del territorio, in Valtellina e Valchiavenna il rapporto fra agricoltori e istituzioni sul tema fauna selvatica passa innanzitutto dalla casa provinciale di Sondrio.

Cinghiali, cervi, caprioli, ma anche piccioni, corvidi e altri animali in grado di compromettere raccolti e pascoli: è questo l’elenco – tutt’altro che teorico – che accompagna le giornate di chi lavora nei campi.

«È uno sforzo economico significativo – spiega Beduschi – che ci permette di ristorare tutte le aziende per i danni subiti alle coltivazioni e alle strutture nei campi, provocati dalla fauna selvatica. Parliamo di un problema serio, generato soprattutto da specie come cinghiali, altri ungulati, piccioni e corvidi».

Se nelle province di pianura i danni riguardano spesso mais, cereali e colture estensive, in una realtà come la Valtellina il tema tocca direttamente: pascoli e prati stabili, fondamentali per l’allevamento e la produzione lattiero–casearia; vigneti terrazzati, dove il lavoro è già di per sé complesso e costoso; piccole aziende agricole di montagna, per le quali un danno sul raccolto è spesso una perdita diretta di reddito, senza grandi margini di compensazione.

In questo contesto, il tema della fauna selvatica non è soltanto una questione tecnica, ma entra nella tenuta economica e sociale di territori dove l’agricoltura di montagna è presidio del paesaggio e della comunità.

La liquidazione degli indennizzi regionali avviene a partire da una quota principale stanziata da Regione Lombardia, pari a circa 2,2 milioni di euro. Gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e i Comprensori alpini di caccia (Cac) contribuiscono con un ulteriore 10% circa dell’indennizzo.

Un meccanismo che consente di coprire tutte le domande presentate, con l’obiettivo dichiarato di non lasciare nessuno indietro in un momento già complesso per il settore primario.

«Per le aziende – prosegue l’assessore – i danni da fauna si traducono in meno raccolto, più costi e quindi più incertezza. In un momento già complicato, non potevamo lasciare gli agricoltori soli a fronteggiare un fenomeno che non dipende da loro e che, lo ricordo, è regolato da norme che limitano fortemente gli interventi diretti».

Da qui anche l’appello all’Unione Europea: «La Lombardia fa la sua parte fino in fondo – conclude Beduschi – mentre continuiamo a chiedere a Bruxelles strumenti più efficaci per la gestione attiva della fauna selvatica. Difendere chi produce cibo significa difendere un sistema agricolo che è un patrimonio economico, sociale e ambientale del nostro territorio».

Il riparto provinciale e il “caso Sondrio”

Nel dettaglio, il riparto 2025 indica, provincia per provincia, numero di domande e importi complessivi erogati:

  • Milano: 98 domande – 202.650 euro

  • Bergamo: 182 – 202.600 euro

  • Brescia: 106 – 111.260 euro

  • Como: 71 – 72.300 euro

  • Cremona: 67 – 331.550 euro

  • Lecco: 5 – 6.500 euro

  • Lodi: 11 – 46.650 euro

  • Mantova: 216 – 984.000 euro

  • Monza Brianza: 12 – 14.550 euro

  • Pavia: 143 – 318.200 euro

  • Varese: 45 – 92.500 euro

In questo elenco manca una provincia: Sondrio. Non si tratta di una dimenticanza, ma di una scelta normativa precisa: per il territorio della provincia di Sondrio provvede direttamente l’ente provinciale, in autonomia, come previsto dalla normativa vigente.

In pratica, mentre nel resto della Lombardia gli indennizzi vengono riconosciuti direttamente dalla Regione, in Valtellina e Valchiavenna il rapporto con il mondo agricolo passa da un canale dedicato, gestito dalla Provincia. Una specificità che rispecchia la natura fortemente montana del territorio e la sua tradizione di gestione locale delle risorse, dalla viabilità alle malghe, fino, appunto, alla fauna selvatica.

Per il mondo agricolo della provincia di Sondrio questa autonomia rappresenta al tempo stesso un’opportunità e una responsabilità: opportunità, perché consente di adattare gli interventi alle caratteristiche specifiche del territorio, dove l’equilibrio fra fauna, agricoltura e ambiente è particolarmente delicato; responsabilità, perché richiede alla Provincia di dotarsi di strumenti adeguati, risorse economiche e capacità amministrativa per rispondere con rapidità e precisione alle richieste di indennizzo.

In Valtellina, dove i margini economici delle aziende sono spesso più stretti rispetto alla pianura, la tempistica dei rimborsi, la chiarezza delle procedure e l’ascolto del territorio diventano elementi cruciali.

Il messaggio lanciato da Regione Lombardia – “difendere chi produce cibo significa difendere un patrimonio economico, sociale e ambientale” – risuona con particolare forza in un contesto come quello di Sondrio, dove l’agricoltura non è solo produzione, ma anche: cura del paesaggio terrazzato e dei muretti a secco; presidio dei versanti e prevenzione del dissesto idrogeologico; custodia di tradizioni, prodotti tipici, filiere corte e cooperative di valle.

In questo quadro, la gestione della fauna selvatica non è un capitolo tecnico da chiudere a fine anno, ma una partita che riguarda il futuro stesso dell’agricoltura di montagna.

Mentre Regione Lombardia archivia il 2025 con 2,4 milioni di euro erogati e tutte le domande di indennizzo coperte, la provincia di Sondrio è chiamata a proseguire lungo la strada tracciata: garantire sostegno agli agricoltori, difendere il lavoro nei campi e nei pascoli e continuare a cercare un equilibrio possibile fra natura, fauna e attività umana. Un equilibrio fragile, ma decisivo per il domani della Valtellina.