Sondrio

Frontalieri, sindacati italo-svizzeri contro la “tassa sulla salute”

Riunione a Como dei consigli sindacali interregionali: "Norma inapplicabile, rischio incostituzionalità".

I CSIR confermano la ferma opposizione al provvedimento e annunciano la possibilità di ricorrere in Tribunale.

Redazione VN – 9 Settembre 2025 14:21

Sondrio, Centro Valtellina, Economia

Lavoratori frontalieri

COMO – Venerdì scorso i consigli sindacali interregionali (CSIR) italo-svizzeri delle sei organizzazioni sindacali di entrambi i Paesi si sono riuniti a Como per affrontare un tema che da anni divide politica e lavoratori: la cosiddetta “tassa sulla salute”, prevista dal 2004 ma mai entrata in vigore.

Dal confronto è emersa una posizione netta e condivisa: tutte le sigle sindacali interne ai CSIR ribadiscono la loro contrarietà all’applicazione della norma, auspicando che i Ministeri competenti – Salute ed Economia – rinuncino a emanare il decreto attuativo. In caso contrario, i sindacati sono pronti a ricorrere al Tribunale ordinario per sottoporre la questione alla Corte Costituzionale, denunciando evidenti profili di incostituzionalità.

Durante la riunione è stato ricordato l’unico incontro istituzionale del luglio scorso con Regione Lombardia, in cui da un lato la Regione aveva confermato la volontà di procedere, dall’altro aveva respinto la proposta di CGIL, CISL e UIL di trasformare la tassa in un contributo volontario. La stessa Regione aveva annunciato l’intenzione di destinare fino al 30% del gettito a un non meglio specificato welfare di frontiera, giudicato però insufficiente dai sindacati.

Il quadro, secondo i CSIR, resta caotico e incerto: restano aperti i contenziosi sulla definizione di “vecchi e nuovi frontalieri” dopo la legge 83/23, le discrepanze sugli elenchi dei Comuni di frontiera tra Italia e Svizzera e le criticità legate alla copertura sanitaria, che riguardano non solo i lavoratori ma anche i pensionati frontalieri.

Ad aggravare la situazione, il blocco del tavolo interministeriale previsto dalla stessa legge 83/23, istituito a febbraio ma mai più convocato dal Ministero del Lavoro. I sindacati chiedono con urgenza la ripresa del confronto, coinvolgendo non solo Regione Lombardia ma anche le altre Regioni interessate, e annunciano una campagna di assemblee territoriali entro ottobre per informare e mobilitare i lavoratori frontalieri.