SONDRIO – Il comparto metalmeccanico-meccatronico italiano si trova a una svolta: da un lato, la persistente debolezza del mercato interno non risparmia le aziende, dall’altro la tenuta del territorio di Lecco e Sondrio offre un timido segnale di fiducia.
Sul piano nazionale, l’Indagine congiunturale di Federmeccanica rivela che la produzione del settore è cresciuta nel primo trimestre del 2025 dello 0,7% rispetto agli ultimi tre mesi del 2024, ma segna un calo del 5,8% su base annua, esacerbando un divario già esistente con l’industria in generale, che si attesta su un -3,4% a confronto annuale. I dati sono stati diffusi oggi, 29 maggio, da Federmeccanica e mostrano un export in moderata ripresa (+1,3% tendenziale), trainato soprattutto dai mercati extra UE (+1,6%), mentre l’Unione europea cresce dell’1,1%. Particolarmente brillante la performance verso la Germania (+7,1%), in controtendenza rispetto agli Stati Uniti, dove le vendite registrano un calo dell’1,1%.
A generare forte preoccupazione è però l’impennata delle misure protezionistiche a livello globale: l’80% delle imprese teme perdite di quote export (27%), intoppi nelle catene di approvvigionamento (24%) e un aumento della pressione competitiva sui mercati UE (23%). Per questo, il 60% del campione confida in una diversificazione dei mercati di sbocco.
Sul fronte interno, il portafoglio ordini cala per il 28% delle aziende; tuttavia, le prospettive produttive restano in prevalenza stabili—per il 55% del campione—con il 26% che si attende un aumento e il 19% una flessione. Il tema della liquidità resta critico, con il 12% degli imprenditori che giudica “cattiva o pessima” la situazione finanziaria e un 19% che ipotizza un ridimensionamento della forza lavoro, contro il 14% di fine dicembre. Infine, quasi il 70% delle aziende rinuncia agli incentivi del “Piano Transizione 5.0”, ritenuti non rispondenti alle proprie esigenze.
A Lecco e Sondrio, però, la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria locale racconta una realtà più solida. Per il mese di marzo, rispetto a febbraio, la domanda interna rimane invariata per il 44% delle imprese, mentre crescita e calo sono segnalati entrambi dal 28%. Sul fronte estero, il 42,9% indica domanda stabile, il 19% in espansione e il 38,1% in diminuzione. Anche l’attività produttiva si mantiene in linea con i mesi precedenti (58,3% delle aziende), con un 16,7% che incrementa la produzione e un 25% che la riduce.
“In questo periodo di grande incertezza, che richiede attenzione costante alla realtà dei fatti e dove è particolarmente difficile prevedere gli sviluppi e prendere decisioni di lungo raggio, le imprese del territorio dimostrano ancora una volta la loro solidità e lo scenario è in sostanziale tenuta”, osserva Marco Galbiati, Presidente della Categoria Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.
Il tasso di utilizzo degli impianti sale a marzo al 76,6%, in ripresa dopo il 69,2% del secondo semestre 2024, mentre il fatturato mostra segnali positivi sul mercato interno e stabilità sui mercati esteri. Il panorama occupazionale conferma la tenuta: per l’80,8% delle aziende non si registrano variazioni significative, con un 11,5% che segnala riduzioni e un 7,7% espansioni. Anche le attese per le prossime settimane puntano alla stabilità (73,1%), con ipotesi di crescita e contrazione sostanzialmente bilanciate (11,5% e 15,4%).
“Non dimentichiamoci però che i dazi non sono l’unica criticità – aggiunge Galbiati – dai costi energetici elevati al Green Deal europeo, serve una politica industriale efficace e soluzioni sostenibili per garantire un reale rilancio dell’economia. Senza di esse, ripartire sarà sempre più difficile”.