Riconosciuto dalla Commissione regionale tra le migliori iniziative di educazione alimentare, il progetto si distingue per la sua capacità di unire formazione, consapevolezza e impatto sociale, creando un ponte tra scuola e territorio.
“Cucina, salute e comunicazione si incontrano nel progetto No Waste, More Taste – spiega Marco Cimino, responsabile area progetti e alta formazione di APF Valtellina –. Dall’ingegno dei nostri chef e studenti nasce una cucina a zero sprechi, fatta di regole e ricette sostenibili. È un percorso che forma competenze e diffonde valori, trasformando il cibo in cultura.”
L’originalità dell’iniziativa sta nel coinvolgere gli studenti come formatori tra pari, capaci di trasmettere quanto appreso nei laboratori a coetanei e famiglie. Nei laboratori didattici, i giovani cuochi delle sedi di Sondrio e Sondalo hanno ideato ricette antispreco e tecniche di recupero creativo degli avanzi, sperimentando concretamente la valorizzazione degli ingredienti e la riduzione degli sprechi.
Accanto a loro, professionisti e docenti lavorano in sinergia con esperti del settore medico e scientifico. Tra questi, il dottor Marco Missaglia, specialista in Scienze dell’Alimentazione, che sottolinea: “L’educazione alimentare è un approccio scientifico al cibo. Aiutare i ragazzi a comprendere come le scelte quotidiane incidano sul proprio benessere è fondamentale. In questo progetto, medici e cuochi collaborano per costruire una nuova cultura del mangiare consapevole.”
Un modello educativo che intreccia rigore scientifico e creatività, e che, grazie al sostegno di ERSAF, si propone come esperienza pilota per l’intera Lombardia. L’ente regionale ha infatti riconosciuto il valore del progetto nel fare rete e coinvolgere la comunità valtellinese, promuovendo un messaggio di educazione, sostenibilità e convivialità.
Con No Waste, More Taste, APF Valtellina conferma il proprio impegno nel formare una nuova generazione di professionisti capaci di coniugare competenza e responsabilità, trasformando ogni ricetta in un atto di rispetto verso l’ambiente e verso sé stessi.
Un percorso che dimostra come la cucina, oltre a essere arte e mestiere, possa diventare anche strumento di cambiamento culturale – un modo concreto per costruire un futuro più sostenibile, partendo dal piatto.