Sondrio

Sondrio e le scuole in prima linea: 600 studenti al “Salone” contro la violenza di genere

La Rete antiviolenza guidata dal Comune incontra ragazzi e ragazze: due giorni intensi a Sondrio e, per la prima volta, un appuntamento anche a Bormio.

Novità assoluta: presenti i servizi che lavorano con gli uomini autori di violenza.

Redazione VN – 27 Novembre 2025 08:28

Sondrio, Centro Valtellina, Attualità

Rete antiviolenza

SONDRIO – C’è un silenzio particolare, nelle sale dove entrano gli studenti. È un silenzio attento, che non pesa: è la consapevolezza che si sta parlando di qualcosa che riguarda tutti da vicino, anche se spesso non lo si immagina.

È accaduto in questi due giorni a Sondrio, nella sede di Confartigianato Imprese, dove il Tavolo di sensibilizzazione della Rete antiviolenza, coordinato dal Comune, ha incontrato 23 classi degli istituti superiori della città. Ragazzi e ragazze sono arrivati, si sono seduti, hanno osservato, hanno ascoltato e poi, man mano, hanno iniziato a fare domande. Segno che il tema, la violenza di genere, non è distante da loro come si potrebbe pensare.

Quest’anno il “Salone delle studentesse e degli studenti” non si ferma a Sondrio. Venerdì 28 novembre, infatti, arriverà per la prima volta anche a Bormio, in collaborazione con l’Istituto Alberti, per coinvolgere altre otto classi. In totale saranno circa 600 gli studenti che prenderanno parte all’iniziativa: un numero che parla da sé e che testimonia la volontà, ormai condivisa, di fare educazione e prevenzione in modo capillare, vicino ai giovani e ai loro luoghi.

L’edizione 2025 porta con sé un cambiamento importante. Per la prima volta, infatti, accanto ai soggetti che operano da sempre con e per le vittime, partecipano anche i servizi che seguono gli uomini autori di violenza: Udepe, Cuav e Casa Circondariale di Sondrio.

La loro presenza aggiunge un tassello fondamentale: spiegare che la violenza non è un destino, ma un comportamento sul quale si può intervenire. E, soprattutto, far capire ai ragazzi quanto possa essere prezioso intercettare i segnali prima che questi comportamenti diventino pericolosi.

Con loro erano presenti gli enti che costituiscono la Rete antiviolenza: Comune di Sondrio, Ats Montagna, Ufficio Scolastico Territoriale, Asst Valtellina e Alto Lario, Questura, Carabinieri, Casa Rifugio Altravia, Casa Rifugio Colce, Associazione Argonaute, Centro Antiviolenza Il Coraggio di Frida, Servizi sociali, Ordine degli Avvocati, Cgil e Cisl.

Un mosaico ampio, variegato, che ha mostrato ai ragazzi — senza filtri — la complessità del fenomeno e la forza del lavoro di squadra.

A dare il benvenuto è stata Raffaella Volpatti, assessore con deleghe alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili.
Si è rivolta agli studenti senza giri di parole: “Prestate attenzione ai piccoli segnali. Non li sottovalutate. Chiedete aiuto quando qualcosa non vi convince, per voi o per chi vi sta vicino”.  Ha ricordato che il fenomeno non riguarda solo i telegiornali: “È presente anche nella nostra valle”, ha detto. E ha aggiunto che lavorare con i giovani è cruciale: le forme più gravi della violenza, infatti, spesso nascono da gesti minimi, normalizzati, quasi invisibili.

Durante gli incontri, alcuni studenti hanno chiesto di parlare a parte, confidando timori e dubbi: un segnale — ha sottolineato Volpatti — che dimostra quanto questo lavoro sia necessario. L’assessore ha poi parlato dell’allargamento dell’iniziativa a Bormio come di un passo naturale: “Le scuole ce l’hanno chiesto, e noi vogliamo esserci. La prevenzione funziona se arriva dappertutto”.

Alla fine della due giorni, resta una sensazione chiara: i ragazzi vogliono capire, vogliono essere parte della soluzione, non spettatori passivi. Il “Salone delle studentesse e degli studenti” è questo: un’occasione preziosa per entrare nel vivo dei problemi, ascoltare testimonianze vere, vedere come lavora la Rete, capire che la violenza ha mille volti, ma soprattutto mille segnali che si possono imparare a riconoscere.

La replica a Bormio sarà un altro passo, un altro cerchio che si allarga, un altro modo per dire che la prevenzione si costruisce insieme,, e che le nuove generazioni possono essere davvero il punto di svolta.