Sondrio

Sondrio, l’artigianato alimentare traina l’economia con 226 milioni di fatturato

Confartigianato Lombardia: “In Valtellina e Valchiavenna un comparto che è presidio economico e sociale”.

Pontiggia: “Occorre attrarre giovani per salvaguardare tradizioni e competenze”.

Redazione VN – 20 Dicembre 2025 08:35

Sondrio, Centro Valtellina, Economia

Enogastronomia valtellina
Foto di Valtellina (facebook)

SONDRIO – L’ultimo rapporto dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia mette nero su bianco ciò che da anni caratterizza Valtellina e Valchiavenna: qui l’artigianato alimentare non è solo un settore produttivo, ma un autentico motore di sviluppo economico e un presidio sociale radicato nella storia delle comunità.

Il momento chiave per le imprese locali è il mese di dicembre, quando i consumi legati alle festività spingono la spesa alimentare lombarda fino a 2,9 miliardi di euro, pari al 16,6% del totale nazionale. In questo quadro, la sola provincia di Sondrio vale 52 milioni di euro, un dato che racconta la forza dei consumi di prossimità e l’attrattività dei prodotti artigiani, apprezzati tanto dai residenti quanto dai visitatori che affollano il territorio in inverno.

Sul versante produttivo, l’artigianato alimentare sondriese si distingue per il suo peso specifico nell’economia locale. I dati parlano chiaro: 201 imprese artigiane attive nei settori alimentare, bevande e ristorazione; 978 addetti, pari al 9,6% dell’artigianato provinciale; un’incidenza dell’1,7% sul totale degli occupati: una delle più elevate di tutta la Lombardia

Questi numeri testimoniano come, nelle aree montane, il comparto del cibo costituisca una leva decisiva per la coesione sociale, il presidio dei territori e la valorizzazione delle tradizioni.

L’impatto economico è altrettanto significativo. In provincia di Sondrio, il fatturato dell’artigianato alimentare – comprensivo di lavorazioni alimentari, bevande e ristorazione – raggiunge i 226 milioni di euro, contribuendo al primato lombardo di 5,14 miliardi, il più alto a livello nazionale.

Una forza costruita su filiere corte, stretta integrazione con il turismo enogastronomico e produzioni ad alto valore aggiunto.

Se l’economia cresce, il merito è anche di un patrimonio gastronomico unico in Italia. La provincia di Sondrio vanta una concentrazione rara di prodotti certificati: Bitto DOP e Valtellina Casera DOP, simboli della tradizione casearia d’alpeggio;  Bresaola della Valtellina IGP, icona della carne salata italiana; Mela di Valtellina IGP; Pizzoccheri della Valtellina IGP

Accanto a queste eccellenze riconosciute dall’Unione Europea, si aggiunge un’ampia costellazione di prodotti agroalimentari tradizionali, testimoni del saper fare artigiano che affonda le radici nella cultura montana.

Nel primo semestre 2025 l’export del comparto alimentare e delle bevande ha registrato una lieve flessione. Tuttavia, il suo contributo al valore aggiunto dell’economia provinciale resta significativo, pari al 2,76%. Un indicatore che conferma la centralità strategica del settore anche sui mercati esteri.

Il quadro delineato dai dati si traduce in un appello molto chiaro da parte di Gualtiero Pontiggia, presidente provinciale della Categoria Alimentari di Confartigianato Imprese Sondrio: “L’artigianato alimentare è il cuore pulsante di Valtellina e Valchiavenna. Le nostre imprese custodiscono tradizioni secolari e produzioni uniche, ma una delle sfide più delicate è attrarre giovani lavoratori. Senza nuove generazioni rischiamo di perdere competenze e manualità che sono il vero valore del nostro saper fare”.

Per Pontiggia, il futuro passa da formazione, innovazione e opportunità concrete per chi vuole intraprendere un mestiere artigiano: “È fondamentale rendere questi lavori attrattivi: i giovani devono vedere nell’artigianato alimentare non solo un impiego, ma una prospettiva di vita”.