Teglio

Il “Re Pizzocchero” conquista il Quirinale: l’Accademia di Teglio serve il tavolo dei Corazzieri

Accolta dal Generale di Brigata Rino Coppola, la delegazione guidata da Flavio Bottoni ha portato a Roma la tradizione valtellinese.

Un gesto che trasforma un piatto popolare in ambasciatore culturale.

Redazione VN – 16 Dicembre 2025 09:15

Teglio, Centro Valtellina, Attualità

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Foto di Flavio Oberosler

TEGLIO – La Valtellina è arrivata nel cuore delle istituzioni italiane, portando con sé i profumi del grano saraceno, il calore della tradizione e la maestria di un piatto che da secoli racconta un intero territorio. Sabato, infatti, l’Accademia del Pizzocchero di Teglio è stata protagonista di un evento tanto prestigioso quanto carico di significato: la preparazione del celebre “Re Pizzocchero” per i Corazzieri, la guardia d’onore del Presidente della Repubblica, all’interno del Palazzo del Quirinale.

Un invito che non è soltanto un riconoscimento gastronomico, ma un vero omaggio alla cultura alpina e alla capacità della Valtellina di farsi conoscere attraverso la sua cucina. Guidata dal presidente Flavio Bottoni, la delegazione dell’Accademia era accompagnata da una rappresentanza delle scarellatrici, le donne che con mani esperte tagliano e lavorano il pizzocchero seguendo metodi tramandati da generazioni. Un gesto antico, ripetuto secondo la ricetta tegliese più autentica, che ha trasformato la cucina del Quirinale in un angolo di Teglio.

Ad accogliere l’Accademia è stato il Generale di Brigata Rino Coppola, Comandante dei Corazzieri, che ha espresso profonda gratitudine per un’iniziativa capace di portare nel palazzo simbolo della Repubblica non solo un piatto, ma un patrimonio culturale. “Il valore di questo gesto – ha sottolineato – sta nella forza delle tradizioni che uniscono il Paese, nel rispetto dei territori e nella capacità di raccontarsi attraverso le proprie eccellenze”.

Il pranzo, preparato rigorosamente secondo la ricetta tradizionale dell’Accademia, ha rappresentato un incontro tra mondi diversi ma complementari: quello delle istituzioni e quello della comunità valtellinese, capace di custodire e promuovere un’identità culinaria radicata e riconoscibile.

L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie al sostegno di due realtà locali che da anni affiancano l’Accademia nella valorizzazione dei prodotti del territorio: il Mulino Tudori di Teglio, custode del grano saraceno e delle farine tipiche, e la Latteria di Chiuro, che ha fornito gli ingredienti fondamentali per completare il piatto, dal burro Valtellina fino ai formaggi tradizionali.

La giornata romana ha così confermato il ruolo dell’Accademia del Pizzocchero come ambasciatrice della cultura gastronomica valtellinese nei contesti più prestigiosi. Un compito che non si limita alla divulgazione della ricetta, ma abbraccia il racconto di un’identità collettiva, fatta di saperi antichi, comunità e memoria.

Portare il pizzocchero al Quirinale non significa dunque solo cucinare: significa affermare un legame profondo tra territorio e tradizione, mostrando come un piatto possa diventare simbolo, dialogo e patrimonio condiviso. E, in un Paese dove la cucina è storia e cultura, nessun luogo poteva accogliere meglio questo messaggio