TEGLIO – È stata una serata carica di emozioni quella di sabato scorso a Teglio, dove l’Accademia del Pizzocchero ha celebrato i suoi 23 anni di attività ricordando la figura del suo fondatore, Rezio Donchi, scomparso nel novembre del 2020 ma ancora profondamente presente nella memoria collettiva tellina.
Nel cuore della Valtellina, soci, accademici e autorità si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale di Sant’Eufemia, gremita in ogni ordine di posto, per partecipare alla messa celebrata da don Francesco Quadrio. Un momento di raccoglimento che ha voluto rendere omaggio alla visione e all’impegno di Donchi, colui che per primo credette nella necessità di difendere e valorizzare uno dei simboli più autentici dell’identità gastronomica locale: il pizzocchero.

Al termine della funzione religiosa, l’atmosfera si è fatta più conviviale nel giardino di Palazzo Piatti-Reghenzani, dove l’Accademia ha offerto un rinfresco aperto a tutta la cittadinanza. Un gesto semplice ma carico di significato, a testimonianza dello spirito comunitario che da sempre accompagna le iniziative dell’ente.
La giornata si è poi conclusa con una cena all’Hotel Ristorante Bellavista, naturalmente a base di pizzoccheri, durante la quale non sono mancati i momenti di ricordo, le parole affettuose e i racconti legati alla figura di Donchi, uomo di cultura e appassionato sostenitore della tradizione valtellinese.
Fondata proprio il 2 agosto del 2002, l’Accademia del Pizzocchero di Teglio nacque da un’intuizione di Donchi e di altri 26 soci fondatori, che quel giorno, davanti al notaio Schiantarelli a Tirano, sottoscrissero l’atto costitutivo. L’obiettivo era chiaro: proteggere il pizzocchero dalle imitazioni, salvaguardarne la ricetta originale e promuoverlo come patrimonio culturale della Valtellina.
“Noi valtellinesi, noi tellini ben conosciamo i pizzoccheri, molto li amiamo e sappiamo i segreti delle ricette (che abbiamo conservato gelosamente)”, ricordava Donchi durante la presentazione del libro Di grano antico. Elogio dei pizzoccheri di Teglio, sottolineando l’importanza di affiancare al lavoro di ristoratori e albergatori locali un organismo capace di fare sistema. “Avevamo anche la sensazione che il lavoro fatto dai ristoratori e dagli albergatori, soprattutto dell’area tellina, andasse sostenuto da un consorzio o da un’associazione e per questo abbiamo creato, nel 2002, l’Accademia del Pizzocchero di Teglio”.
Nel tempo, quell’intuizione si è tradotta in un progetto solido e riconosciuto ben oltre i confini provinciali. Lo statuto dell’Accademia ne definisce chiaramente le finalità: tutela, promozione, divulgazione e valorizzazione di un piatto che affonda le radici nella storia contadina della valle, ma che ha saputo conquistare palati e riconoscimenti in tutta Italia e anche all’estero.
La serata del 2 agosto non è stata soltanto una celebrazione, ma un momento collettivo per ribadire con forza che il pizzocchero non è solo una pietanza: è memoria, identità, cultura. E grazie all’eredità lasciata da Rezio Donchi, continua a vivere e a raccontare la Valtellina a chiunque sappia ascoltarne il profumo.