TEGLIO – La salvaguardia di una coltura tradizionale che affonda le sue radici nel XVII secolo passa anche attraverso giornate di festa e condivisione come quella che si terrà a Teglio nel giorno di domenica 28 settembre. Protagonista assoluto sarà il grano saraceno, o furmentùn nel dialetto locale, che con la sua spettacolare fioritura bianco-rosata regala ogni anno, a fine estate, un colpo d’occhio suggestivo nei campi tellini.
Non si tratta solo di paesaggio: il grano saraceno è infatti il cuore della gastronomia valtellinese, ingrediente base di piatti simbolo come pizzoccheri, polenta nera, sciat, pitut e chisciöi. Una tradizione che resiste grazie all’impegno di alcuni agricoltori che continuano a coltivare i due ecotipi locali, il nustràn e il curûnin, su circa 15 ettari distribuiti soprattutto sul versante retico tra i 600 e i 900 metri di quota.
A custodire e valorizzare questa eredità è dal 2008 l’Associazione per la coltura del grano saraceno di Teglio e dei cereali alpini tradizionali, che conta oggi sedici soci. La missione è chiara: tutelare i prodotti e le tecniche di coltivazione tradizionali, salvaguardare gli ecotipi locali e diffondere la conoscenza della civiltà contadina.
La giornata di domenica prenderà il via alle ore 9 da piazza Credaro, con un percorso che toccherà Verida, Crusetà, Dèle, Cultüra, San Rocco e i Mulini della Rogna. Lungo il tragitto i partecipanti potranno assistere ad alcune fasi delle lavorazioni agricole, dalla mietitura alla trebbiatura manuale fino alla vagliatura del grano saraceno.
Il gran finale è previsto per mezzogiorno al Mulino Menaglio, dove si terranno degustazioni di prodotti preparati con la farina di grano saraceno macinata nell’antico mulino ad acqua, visite alle sale espositive del piccolo Museo della cerealicoltura di montagna e un pranzo su prenotazione.
Un’occasione, dunque, per immergersi nella natura e nella cultura, ma soprattutto per mantenere vivo il legame tra la comunità valtellinese e il suo grano, emblema di identità e tradizione.