Torre di Santa Maria

Dissesto di Masoni: quasi concluso il potenziamento della rete di monitoraggio

Investimento da 140 mila euro per indagare in profondità i movimenti della grande frana in Val Torreggio.

Installate nuove sonde, antenne GNSS e sistemi automatici di rilevamento: oltre 499 mila dati raccolti ogni anno.

Redazione VN – 27 Ottobre 2025 15:49

Torre di Santa Maria, Centro Valtellina, Attualità

Arpa Lombardia

TORRE DI SANTA MARIA – Sono quasi terminati i lavori per il potenziamento della rete di monitoraggio che controlla il dissesto di Masoni, in Val Torreggio, a Torre di Santa Maria. L’operazione, che ammonta a circa 140 mila euro iva esclusa, si è resa necessaria per ampliare la rete di monitoraggio e consentire di indagare anche a profondità maggiori la presenza di eventuali movimenti.

Il disseto interessa un grande accumulo di paleofrana, originato dalla cima della Rocca Castellaccio (1786 m.), nei pressi delle località di Ciappanico e Mason dei Corlatti. I movimenti comportano un lento e continuo scorrere verso valle delle masse detritiche, con un volume coinvolto di oltre 2,6 milioni di metri cubi di materiale.

L’attività principale della frana è stata registrata durante l’alluvione valtellinese del 1987, con riprese significative nel 1993 e nel periodo 2000-2022. A partire dal 1988, in seguito alle tragiche perdite e i danneggiamenti dell’estate del 1987, l’area è stata costantemente monitorata da Regione Lombardia e poi da Arpa Lombardia. Negli ultimi anni, gli strumenti installati sul dissesto hanno registrato movimenti cospicui con una media compresa tra 3 e 6 centimetri all’anno. È stato quindi deciso di potenziare la rete per poter indagare l’eventuale presenza di movimenti anche in profondità maggiori rispetto a quelle monitorate finora.

Durante la campagna di indagine di quest’anno è stata perforata una nuova verticale, profonda 120 metri, completata con l’installazione di un tubo inclinometrico e la posa di 4 sonde biassiali. A partire dai prossimi mesi si potranno avere informazioni più dettagliate sulla profondità dei movimenti con una stima più attendibile rispetto alle volumetrie coinvolte. Infine, è stato installato un trasduttore di pressione per il controllo automatico delle acque di falda nel corpo di frana. A completamento dell’esistente rete di monitoraggio superficiale sono state posizionate tre antenne GNSS automatiche: due nell’area di frana e una, di controllo, esterna al dissesto.

I nuovi strumenti, che integrano quelli presenti nell’area, hanno già iniziato a fornire informazioni sullo spostamento sia superficiale sia profondo, per un totale di 499.320 dati annui che vengono acquisiti dai sistemi informatici dell’Agenzia. A questi si aggiungono le misurazioni eseguite manualmente dai tecnici del Centro Regionale Monitoraggio Frane e Dissesti di Arpa Lombardia.