VERCEIA – Si chiude con una sentenza della Corte di Cassazione una vicenda giudiziaria che affonda le radici nel 2023 e che ha visto contrapposti un cittadino e il Comune di Verceia in merito alla legittimità di una multa per eccesso di velocità. L’autovelox installato lungo la SS36, arteria ben nota ai pendolari valtellinesi, è finito al centro di una lunga querelle giudiziaria per presunte irregolarità di omologazione e utilizzo.
Tutto ha avuto inizio quando a un automobilista fu contestata una violazione del Codice della Strada, rilevata tramite il dispositivo di rilevazione elettronica della velocità in uso alla Polizia Locale. Secondo quanto emerso, l’autovelox in questione sarebbe stato “non omologato e privo dei requisiti di legge”, motivo per cui il conducente, assistito dall’associazione Migliore Tutela e difeso dall’avvocato William Limuti del Foro di Sondrio, ha deciso di opporsi alla sanzione.
Il ricorso, presentato dapprima al Giudice di Pace di Sondrio e successivamente al Tribunale di Sondrio, ha trovato accoglimento in entrambi i gradi. I giudici hanno riconosciuto l’illegittimità della multa, aprendo la strada alla fase successiva del contenzioso.
Nonostante le decisioni già sfavorevoli, il Comune di Verceia – allora guidato dal sindaco Flavio Oregioni – aveva annunciato il ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima ancora di potersi pronunciare nel merito, la Suprema Corte ha ritenuto l’istanza “infondata e inammissibile”, costringendo l’ente locale a una inevitabile retromarcia.
Il 28 aprile è arrivata la parola fine: con la sentenza n. 21610/2024, la Cassazione ha decretato l’estinzione del giudizio, dando piena ragione all’automobilista e condannando il Comune al pagamento delle spese legali.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’associazione Migliore Tutela, da tempo attiva sul territorio nella difesa dei cittadini contro presunte irregolarità amministrative. “L’Associazione Migliore Tutela – ha sottolineato Franco Esposito, referente provinciale – ha sempre agito con trasparenza e determinazione con un occhio alla sicurezza stradale ma ribadendo in ogni luogo il massimo rispetto della legalità. In più occasioni e da anni la nostra associazione ha acceso i fari sul caso di Verceia arrivando nel maggio del 2024 a raccogliere numerose richieste con l’obiettivo di giungere ad un’azione collettiva. Oggi si mette la parola fine”.
Ma il capitolo potrebbe non essere definitivamente chiuso. Solo pochi giorni fa, il 24 aprile, il Giudice di Pace di Sondrio ha nuovamente accolto i ricorsi di altri due automobilisti multati in circostanze analoghe. L’associazione ha già annunciato che continuerà a monitorare la situazione, non escludendo la possibilità di rivolgersi alla Corte dei Conti per accertare un possibile – se non probabile – danno erariale causato da un utilizzo improprio dei dispositivi di controllo della velocità.
Il caso Verceia, insomma, si conferma un punto di riferimento emblematico nel dibattito sul corretto utilizzo degli autovelox e sulla tutela dei diritti degli automobilisti. In attesa di eventuali sviluppi futuri, resta intanto una certezza: la legalità, in questo caso, ha avuto l’ultima parola.