Bormio

Gipeto morto nel Parco dello Stelvio: “Una perdita significativa”

L'animale ha impattato contro i cavi di un impianto di risalita.

"Investiremo per mitigare l'impatto delle infrastrutture umane sulla fauna selvatica".

Redazione VN – 27 Maggio 2025 07:08

Bormio, Alta Valtellina, Attualità

Gipeto Parco Nazionale Stelvio

BORMIO – È con profondo dispiacere che il Parco Nazionale dello Stelvio comunica il ritrovamento di un gipeto morto il 30 aprile scorso in Valle dell’Alpe.

Da una prima analisi, effettuata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna in collaborazione con il personale PNS e col supporto del personale della Provincia di Sondrio, è emerso che la causa del decesso è stata una collisione con i cavi dell’impianto di risalita, che pochi giorni prima era stato chiuso per la fine della stagione invernale.

Questo grave evento rappresenta una perdita significativa per la biodiversità del Parco e un severo richiamo alla necessità di intensificare gli sforzi per una coesistenza armoniosa tra le attività umane e la fauna selvatica. Il Parco rappresenta un sito di importanza fondamentale per il successo del progetto di reintroduzione del gipeto (𝘎𝘺𝘱𝘢𝘦𝘵𝘶𝘴 𝘣𝘢𝘳𝘣𝘢𝘵𝘶𝘴) ed in ambito nazionale è l’area protetta con il maggior numero di coppie (sei coppie nel settore lombardo, tre in quello altoatesino e una in quello trentino).

La scomparsa di questo esemplare è quindi un colpo al cuore e all’identità stessa del Parco e un segnale inequivocabile che richiede attenzione e rapida azione, non solo per la tutela di questa specie ma anche per molte altre specie, per le quali i cavi degli impianti di risalita, diventano una minaccia invisibile e letale.

“Il Parco Nazionale dello Stelvio è determinato a intensificare gli sforzi per individuare e implementare soluzioni innovative per mitigare l’impatto delle infrastrutture umane sulla fauna selvatica – spiega Franco Claretti, direttore del settore lombardo del Parco – A tal fine, investiremo ulteriormente nella ricerca e nel monitoraggio, collaborando con esperti e partner nazionali e internazionali per sviluppare strategie sempre più efficaci, come l’installazione di dissuasori visivi sui cavi degli impianti di risaliti e la realizzazione di studi per individuare le aree più a rischio di collisione”.