Bormio

L’alpinista bormino Marco Majori parte per il Fitz Roy: spedizione invernale sulle orme di Casarotto

In partenza nei primi giorni di agosto la spedizione è guidata dal Ragno Matteo Della Bordella, con loro anche Tommaso Lamantia.

Un’impresa nel cuore dell’inverno australe sulle tracce del capolavoro solitario di Renato Casarotto.

Lorenzo Colombo – 8 Agosto 2025 07:14

Bormio, Alta Valtellina, Montagna

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Da sinistra, Marco Majori, Matteo Della Bordella e Tommas -Lamantia

BORMIO – C’è anche un pezzo di Valtellina nella nuova, ambiziosa spedizione alpinistica verso il Fitz Roy, in Patagonia. Marco Majori, alpinista bormino e membro della Sezione Militare Alta Montagna, sarà infatti tra i protagonisti della cordata guidata da Matteo Della Bordella, Ragno di Lecco e volto noto dell’alpinismo italiano.

L’obiettivo del gruppo è tutt’altro che ordinario: salire il Fitz Roy in inverno lungo la storica via tracciata in solitaria nel 1979 dal leggendario Renato Casarotto sul pilastro nord-est, poi battezzato “Goretta” in onore della moglie che lo seguì da vicino durante l’impresa.

Accanto a Majori e Della Bordella ci sarà anche Tommaso Lamantia, varesino ma ben conosciuto nell’ambiente lecchese per le sue salite patagoniche, tra cui quella al Cerro Torre nel 2018.

“Partiamo con un obiettivo in testa, un sogno comune ben preciso, ovvero quello di salire il Fitz Roy in inverno, per la via di Renato Casarotto”, ha spiegato Della Bordella prima della partenza, sottolineando come la spedizione sia anche un omaggio alla storia dell’alpinismo italiano. Il Fitz Roy, montagna iconica della Patagonia argentina, è da sempre considerato una delle vette più difficili da raggiungere, soprattutto in condizioni invernali.

“Una nuova avventura alle porte, la curiosità di vedere le montagne che già conosciamo bene, ma sotto una veste nuova: salutiamo l’estate per abbracciare tutte le sorprese che ci riserverà l’inverno in Patagonia – ha aggiunto l’alpinista lecchese – Partiamo con l’obiettivo di salire il Fitz Roy in inverno, per la via di Renato Casarotto, ma in montagna, si sa, non siamo noi a decidere, quanto piuttosto la grandezza della natura a cui dobbiamo sottostare… e qualsiasi cosa queste montagne abbiano in serbo per noi, non vediamo l’ora di scoprirlo”.

La partenza è avvenuta nei primi giorni di agosto, nel pieno dell’inverno australe, periodo in cui le condizioni meteo in Patagonia possono essere estreme, con finestre favorevoli spesso ridotte a poche ore. Una sfida che, nelle parole e nello spirito dei protagonisti, è tanto fisica quanto mentale.

Per Marco Majori, classe 1994, non è la prima esperienza di rilievo in ambito alpinistico, ma questa spedizione rappresenta certamente una tappa importante della sua carriera. Il fatto che un valtellinese sia coinvolto in un progetto così prestigioso non può che suscitare orgoglio nella comunità locale.

Nessun proclama, nessuna certezza: solo il desiderio di confrontarsi con la montagna secondo uno stile pulito, rispettoso e profondamente umano. E da qui, dalla Valtellina, non resta che fare il tifo per Marco e i suoi compagni di cordata.