Bormio

Maxi-evasione fiscale: imprenditore valtellinese nel mirino della Finanza

L’uomo avrebbe fatto ricorso a una fitta rete societaria per gestire liquidità e movimentazioni bancarie.

Occultati redditi per milioni di euro, l’indagine è coordinata dalla Procura di Sondrio.

Redazione VN – 14 Novembre 2025 08:53

Bormio, Alta Valtellina, Cronaca

Guardia di Finanza generica

BORMIO – Una vasta operazione di tutela della legalità economico-finanziaria è stata portata a termine dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Sondrio, al termine di un’indagine avviata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Sondrio, nell’ambito della quale risulta pendente un procedimento penale. Nel mirino è finito un imprenditore valtellinese attivo nei settori immobiliare, edile e turistico, al centro – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – di un articolato sistema di presunta evasione fiscale.

Gli accertamenti fiscali condotti dalla Tenenza di Bormio, rivolti ai contribuenti considerati a più elevato rischio di pericolosità tributaria, si sono basati sull’analisi dei movimenti bancari e sul rinvenimento di copiosa documentazione extracontabile. Da tale attività sarebbe emersa, secondo gli investigatori, l’esistenza di una “galassia” di società con rapporti partecipativi incrociati, utilizzate come un unico contenitore per far transitare liquidità tra conti aziendali e personali dell’imprenditore.

Gli inquirenti ipotizzano che tale struttura abbia consentito all’indagato di disporre liberamente delle risorse societarie, prescindendo dalle finalità delle imprese, e di presentare agli acquirenti degli immobili un quadro finanziario tale da indurli a versare anticipi anche superiori all’80% del prezzo pattuito. Nonostante la consegna materiale delle abitazioni, diversi compratori – sempre secondo quanto ricostruito dagli investigatori – non sarebbero riusciti a concludere il rogito, nonostante ripetuti solleciti.

La Guardia di Finanza ritiene che questo “modus operandi” abbia prodotto una forma di “pianificazione fiscale” finalizzata al rinvio della dichiarazione dei ricavi a esercizi successivi, in momenti considerati più favorevoli per le società coinvolte. Un meccanismo che avrebbe comportato un significativo vantaggio fiscale.

Il denaro proveniente dalle compravendite immobiliari, secondo la ricostruzione dei militari, veniva poi fatto circolare tra soggetti giuridici e fisici riconducibili allo stesso ambito societario, rendendo complesso verificare l’effettiva tassazione delle somme. Le indagini avrebbero inoltre evidenziato numerosi accrediti sui conti personali dell’imprenditore, ritenuti in sede ispettiva compensi dell’amministratore erogati in forme tali da eludere l’imposizione fiscale.

Le contestazioni fiscali

All’esito degli accertamenti, la Guardia di Finanza ha quantificato:

  • € 1.746.512,78 di base imponibile netta evasa ai fini IRPEF

  • € 4.583.169,98 di elementi positivi non dichiarati ai fini IRES

  • € 3.935.972,52 di base imponibile sottratta ai fini IRAP

  • € 390.356,45 di IVA evasa

  • € 67.750,12 di investimenti esteri non dichiarati

Le Agenzie delle Entrate di Milano e Sondrio hanno già definito, mediante accertamento con adesione, la pretesa tributaria per gli anni d’imposta 2017 e 2018. L’imprenditore ha effettuato il pagamento delle prime rate per un totale di € 392.532,03 e si è dichiarato disponibile a definire nello stesso modo anche le annualità successive.

L’operazione si inserisce nell’attività di contrasto ai fenomeni più gravi di evasione fiscale, affidata alla Guardia di Finanza con l’obiettivo di tutelare la trasparenza del sistema economico e garantire una concorrenza leale tra le imprese. Le indagini penali, come precisato, sono tuttora in corso e la posizione dell’imprenditore resta al vaglio dell’autorità giudiziaria.