Morbegno

Riello Morbegno, l’indignazione dei lavoratori per una crisi che dura da anni

L'appello delle maestranze della Riello Carrier Morbegno, prossima alla chiusura.

"Chiediamo alle istituzioni locali e gli enti preposti di tutelare i lavoratori".

Redazione VN – 8 Maggio 2024

Morbegno, Bassa Valtellina, Economia

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MORBEGNO – Non smette di elevarsi la voce di lavoratori e lavoratrici della Riello Carrier Morbegno, stabilimento nell’area industriale Morbegno-Talamona prossimo alla chiusura. Dopo la mobilitazione avvenuta lo scorso 19 aprile fuori dai cancelli dell’azienda insieme alle organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, una nuova azione congiunta delle maestranze che intendono portare a conoscenza di tutti la profonda crisi che la Riello già da diversi anni sta attraversando, e che ora comporterà la dismissione del sito produttivo, come annunciato a inizio aprile, con 61 dipendenti lasciati a casa.

“Partendo dal dato di fatto che questa azienda è nata e cresciuta grazie ai fondi e alle agevolazioni stanziati dalla legge Valtellina, i lavoratori tutti vogliono portare a conoscenza dell’opinione pubblica il loro rammarico nonché la loro indignazione nell’aver visto e constatato sulla loro pelle nel corso degli anni il più totale disinteresse e la mancata capacità gestionale e d’innovazione di Riello prima e Carrier dopo, che ci ha visto protagonisti nel fronteggiare una situazione di profonda crisi aziendale con la perdita di 160 posti di lavoro nel 2012 con la delocalizzazione della produzione di caldaie in Polonia”.

Proseguono le maestranze: “Da qui il ricatto ai lavoratori rimasti con una riduzione sostanziale dello stipendio in cambio di un paventato rilancio aziendale con il trasferimento di macchinari e altre lavorazioni dismesse dagli stabilimenti chiusi in precedenza. Risultato: macchinari fatiscenti e obsoleti, lavorazioni oramai superate e pertanto nessuna possibilità di competitiva sul mercato; l’utilizzo di cassa integrazione con ulteriore perdita di potere d’acquisto; acquisizione di Riello da parte degli americani di UTC e la successiva integrazione con Carrier”.

Poi, a fine dell’anno scorso, l’azienda non aveva manifestato la garanzia di occupazione e di investimenti, situazione che ha portato poi alla decisione di chiudere lo stabilimento, che dovrebbe avvenire definitivamente in luglio.

“La mancanza di piani industriali d’investimento e un progressivo invecchiamento degli impianti ha portato alla crisi attuale. La multinazionale americana ama proclamare il proprio impegno con parole come etica e parità di genere. Etica dimostrata chiedendo straordinari mentre si preparava la chiusura dello stabilimento stesso, e il progressivo disimpegno anche in altri siti in Italia (Pescara). Parità di genere, il personale femminile ha pagato negli anni una sostanziale riduzione a sole 5 unità (il relativo spogliatoio trasformato in un deposito). La crescita professionale si è limitata ai soli corsi obbligatori, nessun ricambio generazionale a sostituire il personale in uscita negli anni (vedi staff leasing lasciati a casa a ottobre 2023). Chiediamo alle istituzioni locali e gli enti preposti di tutelare i lavoratori in questo difficile percorso ricordando all’azienda i benefici ricevuti dal territorio (che certamente adesso ne esce interamente impoverito)”, concludono nel loro appello i lavoratori della Riello Carrier Morbegno.

Già durante il partecipato presidio di aprile era stato chiesto alle istituzioni di fare la loro parte, con la partecipazione anche a dei tavoli insieme all’azienda e a Regione Lombardia, ed era stato manifestata la volontà di continuare a lottare, lavoratori e lavoratrici Riello accanto ai sindacati, per il mantenimento dell’occupazione e la crescita nel sito di Morbegno.