SONDRIO – Una serata intensa e ricca di spunti quella ospitata dal CAI Sezione Valtellinese, dove si è discusso di Everest, overtourism e ricerca scientifica in alta quota. Sul palco, due ospiti d’eccezione: Maurizio Folini, elicotterista e guida alpina tra i più esperti in operazioni di soccorso in Himalaya, e il dottor Franco Scotti, medico specialista in fisiologia dell’altitudine. A introdurli il presidente del CAI Valtellinese, Giovan Battista Bonomi, insieme ad Angelo Schena, che ha aperto l’incontro con una puntuale ricostruzione storica della conquista dell’Everest, dal sogno di Hillary e Tenzing Norgay fino alle spedizioni odierne.
Il dibattito si è concentrato su un tema sempre più attuale: quello dell’overtourism sull’Everest. Ci si è interrogati sulla reale portata del fenomeno: è corretto parlare di sovraffollamento per la montagna più alta del mondo? Il paragone con altre vette è eloquente: solo sul Monte Bianco, lo scorso anno, hanno salito la vetta circa 20.000 persone. Situazione che spinge a chiedersi se l’overtourism non riguardi prima di tutto le nostre montagne.
Come anche la guida alpina Jacopo Merizzi ha sottolineato, sull’Everest non si parla più di alpinismo nel senso tradizionale del termine, ma di spedizioni commerciali. La maggior parte dei salitori oggi affronta la montagna con preparazione limitata, affidandosi totalmente alle agenzie e agli sherpa. Un fenomeno, tuttavia, che non può essere letto solo in chiave negativa: il turismo d’alta quota ha anche permesso al popolo nepalese di migliorare sensibilmente la propria condizione sociale ed economica, trasformando la montagna in una fonte di sostentamento e sviluppo.

Illustrate anche le prime sperimentazioni dell’utilizzo del gas Xenon per simulare l’acclimatazione all’alta quota. Si tratta di una tecnologia ancora agli albori, con pochissimi dati disponibili sugli effetti a lungo termine. L’utilizzo dello Xenon permette teoricamente di ottenere, in una settimana, gli adattamenti fisiologici che normalmente richiedono due o tre mesi di permanenza in quota. I vantaggi potrebbero essere notevoli: minore inquinamento ambientale, riduzione dei costi e minor esposizione ai rischi dell’altitudine.
Il ciclo di incontri culturali del CAI Valtellinese proseguirà martedì 4 novembre, con la presentazione del libro “Pedalando alla corte del Gran Kan”, un nuovo viaggio tra esplorazione e avventura firmato da autori locali.